Presentazione del saggio “Dalla Biforcazione catastrofica alla terraformattazione capitalistica“
Le analisi delle tendenze dello sviluppo delle società umane evidenziano come negli ultimi 4 decenni la velocità dell’incremento dei fattori strategici delle società umane sia entrata in una fase nuova. Il sistema complesso rappresentato dalla vita umana ha subito quello che in termini scientifici viene definito come una biforcazione catastrofica, una rottura dello schema precedente che rappresentava un sostanziale modello di evoluzione interna del sistema.
La velocità di trasformazione delle società umane ha assunto una dimensione tale da essere essa stessa un fattore di trasformazione e selezione dei processi. L’accelerazione di cui si stenta a prendere atto ha assunto le caratteristiche di una vera e propria impennata esponenziale. Questa accelerazione, attivata dalla rivoluzione digitale, propone alle società umane inedite questioni che stentano ad essere riconducibili alle contraddizioni del secolo precedente i cui tratti di continuità sembrano essere più apparenti che sostanziali. Le stesse forme di accumulazione delle risorse economiche hanno assunto dimensioni impensabili all’interno degli schemi otto-novecenteschi e le composizioni del capitale, tecnica ed organica, assumono forme e tendenze inaspettate, ma non per questo meno dure.
La vera e propria biforcazione catastrofica cui la nostra civiltà è sottoposta ridescrive le forme che sono necessarie a mantenere un rapporto tra la sfera della ricerca e quella della società nel suo complesso. Il tema che ci viene consegnato dall’impetuoso sviluppo della conoscenza (oltre alla capacità diretta della produzione che assume sempre più) è quindi la distanza tra le acquisizioni scientifiche raggiunte nei vari campi e le conoscenze socialmente distribuite all’interno delle società. Mentre la conoscenza, da oltre un secolo, ha infranto muri che si chiamano relatività, meccanica quantistica, teoria del caos e della complessità, bio e nano tecnologie, le implicazioni socio-politiche stentano a diventare fattori socialmente condivisi. Muta il rapporto tra conoscenza e potere in termini sostanziali. Le stesse scelte disponibili, che potenzialmente divengono sempre più numerose proprio in virtù dell’accumulo delle conoscenze disponibili e della loro capacità combinatoria, restano indirizzate al di fuori delle capacità sociali e politiche di indirizzo proprio in virtù della distanza tra le conoscenze disponibili e quelle socialmente diffuse.
Ma è la stessa struttura della scienza a mutare in relazione al paradigma digitale. La disponibilità dei processi di simulazione spostano lo stesso metodo scientifico verso forme che si allontanano sempre più dalle forme del tradizionale metodo galileiano. Il paradigma epistemologico vira verso il modello della tecno-scienza, una nuova forma di “riduttivismo arricchito” che soddisfa gli scopi di una ricerca dedicata sempre più alle ricadute di tipo mercantilistico immediato. Lo stesso sistema economico tende ad autonomizzare il suo funzionamento dalle ricadute sociali e ambientali che ne derivano, utilizzando una forma di ricerca, la tecno-scienza, che muta anche le stesse forme del paradigma scientifico. Descrivo il processo in atto come quello di una vera e propria costruzione di un ambiente vitale alternativo a quello “naturale” un processo che tende a rendere marginali e ininfluenti tutti i fenomeni e le strutture esterne al processo stesso. Quello al quale stiamo assistendo è un processo di “terraformattazione capitalistica” dell’intero pianeta.
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