La geopolitica delle norme: dalla verità nuda alla nuda verità

Accadimenti, norme e verità casuali sono in grado di costruire un “senso”?

Buffo connettere cose che apparentemente sembrano scollegate. E anche se lo fossero la loro consequenzialità produce nessi obbligati che producono senso.

In poche settimane, pochi mesi, sembrano prendere la via di un gorgo, sempre più veloce, fatti, accadimenti, opinioni. comportamenti, aspirazioni, dolori e speranze. È come se molto di ciò che ci circonda sia entrato in un vortice accelerante, in una macchina del tempo ove il tasto “avanti veloce” sia stato pigiato da una mano invisibile. Chissà se Adam Smith aveva pensato anche a questa funzione per la sua “mano invisibile”.

Proviamo ad elencarne qualcuno, ma giochiamo insieme a connetterne altre che vi vengono in mente. Lo spazio è aperto… e le tecnologie lo consentono!!

In Europa, ma con riflessi mondiali, il tema delle migrazioni di massa. Guerre, terrorismo, crisi economiche, devastazioni ambientali hanno costretto a mettersi in marcia popoli interi. Solo pochi anni fa una cosa del genere sarebbe risultata impensabile. Nessuno dei soggetti che ha contribuito a costruire questo quadro sembra essere in grado di fare una autocritica. Molti nostri politici e commentatori di oggi, che continuano a dispensare consigli e giudizi, sono stati tra quelli che hanno salutato le politiche e le scelte di “esportazioni di democrazia con le armi” o di “guerre umanitarie” come le madri di tutte le soluzioni. Oggi non solo non riconoscono i loro errori e si ritirano di fronte al disastro che hanno generato, alle sofferenze che hanno creato, alla distruzione di vite, culture e legami solidali che hanno distrutto, ma continuano a voler dire la loro spiegandoci il mondo e le cose che andrebbero fatte. Pubblicherei di nuovi i fondi dei grandi direttori di quotidiani che inneggiavano alla guerra in Iraq o alla necessità della missione occidentale in Afghanistan.

Mi piacerebbe fare un elenco delle persone che ci spiegavano il mondo, non per fare una lista di proscrizione, ma per fare chiarezza: Quante volte la Lega ha votato per queste guerre? Quante volte politici, giornalisti, intellettuali ci hanno spiegato che non si poteva fare altro per garantire la “Pace” e “diffondere la Democrazia”?

Oggi è sotto gli occhi di tutto il mondo il risultato di tali politiche. Non solo per la tragedia dei popoli costretti a fuggire dalle loro case, dai loro villaggi, dalle loro città e nazioni, ma per lo stato delle nostre democrazie. Un ventennio di guerre insensate e di “conquista” hanno ridotto la partecipazione alla competizione elettorale un mero esercizio di potere svuotato del senso generale di partecipazione e condivisione.

Pensiamo alla vicenda Greca. Un popolo piegato da scelte che ha dovuto subire opera di classi dirigenti screditate e che si sono arricchite alle spalle del futuro di una intera nazione. Se è vero che in 10 anni il debito greco è salito da 40 a 400 MLD di Euro, non veniteci a raccontare che è tutto “merito” di un sistema di welfare che regalava pensioni o privilegi al popolo. Vogliamo l’elenco di chi si è arricchito finanziariamente appropriandosi di 360 MLD di futuro alle spalle di un popolo. Nessun sacrificio, nessuna politica di rientro, consentirà al popolo greco di uscirne con le ossa sane.

Molte delle imposizioni che hanno generato tale situazione poggiano sulle spalle della cancelliera Merkel. Il popolo tedesco è con lei. I solerti giornalisti (molto spesso gli stessi che ci spiegavano che era un obbligo la guerra in Iraq) oggi ci spiegano che l’operaio tedesco non vuole lavorare per “pagare” le pensioni al pensionato greco. Giusto. Ma… “che c’azzecca?” direbbe un noto ex-personaggio della politica della seconda repubblica che spiegava le cose con linguaggio forbito? Qualcuno racconta all’operaio tedesco come stanno le cose? Con quali scelte e per quali motivazioni, si è condotto un paese sul lastrico?

Il giorno stesso della “vittoria” della linea Merkel alle elezioni greche, arrivano le raccomandazioni a rispettare gli impegni sottoscritti “a prescindere”. Le nostre sono diventate “democrazie a prescindere”: le politiche da adottare non dipendono più dalle scelte dell’elettorato. All’elettorato, al massimo, è concesso di scegliere chi adotterà le misure già decise. Se un popolo esprime un orientamento non conforme alle politiche di alcuni centri di interesse finanziario, quell’espressione popolare democratica viene inficiata, negata, demolita. L’esportazione del modello democratico che abbiamo fatto con le armi, alla fine, si è dimostrato l’esportazione di questo comando esterno al processo stesso.

Ma nel momento in cui tutto si piega alla forma di intransigenza legalitaria del “rispettate le regole”, noi tedeschi siamo a garanzia del fatto che le regole sono necessarie per far funzionare bene le cose, che noi tedeschi abbiamo la capacità di “esportare” anche un modello sociale e comportamentale… ecco che arriva la verità nuda.

La verità nuda va trasformata nella nuda verità.

Il sistema dell’informazione ci ha abituati alla verità nuda. Il reality, le immagini raccapriccianti che sono mostrate sempre “per dovere di informazione” (non per la necessità morbosa di audience, per carità), i talk show che non raccontano mai la complessità del mondo, ma offrono lo spettacolo della rappresentazione degli istinti bassi a cui aderire o da rifiutare, invadono le nostre case con protervia e violenza. La verità nuda ci viene sbattuta in faccia come delle sberle violente che dovrebbero svegliarci e, invece, ci riducono all’angolo tramortiti. E non esiste nessuna possibilità di fuga da tale accerchiamento. Si può anche spegnere o rompere il nostro televisore, ma si abita un mondo che da esso è pervaso e che contribuisce a costruire, attraverso un corpo a corpo con l’individuo, giorno per giorno.

Quello che ci manca è il racconto della nuda verità. L’offerta dei nessi, della complessità delle cose, dei retroscena coerenti e non casuali. Ci manca la ricostruzione del “Potere” e delle sue “Forme”. E questo è voluto! Se potessimo parlare del Potere, di come è fatto, di come si impone, di come si produce e si riproduce, potremmo metterlo a critica, pensare un mondo nuovo, creare uno spazio altro nel quale costruire forme diverse di convivenza, una umanità nuova.

Oggi la verità nuda prende la forma del grande inganno tedesco: la Volkswagen ingannava i controlli antinquinamento. E chi lo scopre? Una roboante commissione europea? Una struttura nazionale di controllo di uno dei paesi dell’Unione? No. Gli USA!

Gli americani mettono a nudo uno degli inganni industriali che andrà a finire nei libri di Storia! Proprio loro, il paese che più ha contribuito a inquinare il mondo e a mettere a repentaglio la sostenibilità della vita su questo pianeta. Proprio loro che sono impegnati in un braccio di ferro con l’Unione Europea per imporre un trattato, il TTIP, che vuole abolire molte delle norme di controllo che ci siamo dati in Europa per salvaguardare sicurezza, salute, diritti.

Proprio gli americani, il giorno dopo il voto greco, “bombardano” Berlino e la sua costruzione egemonica.

Tante coincidenze, come quella dell’annuncio italiano della scoperta del più grande giacimento di gas del Mediterraneo, proprio il giorno dopo la firma dolorosa dell’Egitto, proprietaria del gas scoperto, di un accordo con Mosca per una fornitura ventennale di gas…

Meditiamo, gente, meditiamo….

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