Gi a Rock Jazz. Un amore contemporaneo

Il nuovo romanzo di Mauro Pecchenino

Il filo rosso di una vita, a volte, si intreccia in maniera incomprensibile con un altro. Il suo dispiegarsi, allora, si contamina dell’energia di movimento dell’altro, tende a perdere il suo iniziale percorso perdendo l’inerzia che lo conduceva nella sua personale ricerca. Inutile e impossibile, però, che un filo rosso possa rimanere indenne dai percorsi di altri fili rossi e, inspiegabilmente, casualmente, inavvertitamente, prima o poi avviene una attrazione irrespingibile. Quel contatto genera avvolgimenti, nodi, intrighi e poi, quasi inevitabilmente, una separazione, come se una forza tangenziale spingesse i due fili alla separazione obbligata.
Questo è quell’andare a zonzo che Pecchenino ci propone nel suo Gi a Rock Jazz, romanzo che descrive il dispiegarsi del percorso di due fili rossi, quelli di Melod e Pete, due vite che sembrano attrarsi e respingersi in un gioco della vita che assume il ritmo di un pezzo jazzistico, ove le “piccole scelte”, come i movimenti deboli di una melodia improvvisata, determinano il senso di marcia degli eventi, delle vite.
Un po’ il solco del percorso intrapreso dalla stessa casa editrice, La Lupi Editore, che compone le sue proposte editoriali dotando le parti che compongono un libro di quella attenzione che ne fanno una proposta pluri-sensoriale.
Pecchenino avvolge questo dispiegarsi di un intreccio complesso e apparentemente “a bassa intensità”, con la realtà concreta di luoghi reali che appaiono come visibili realmente solo socchiudendo gli occhi. Immerge la scena nel concreto di esperienze che si comprende vissute direttamente. Il mondo, allora, è lo scenario delle vite contemporanee e i luoghi del mondo, pur sottoposti ad un enorme pressione omologatrice delle forme del consumo globale, mantengono ancora il sapore originario delle vite locali, quelle generate da secoli e millenni di storia legate ai sapori, ai colori, ai profumi di una determinata terra. Quell’andare a zonzo, allora, sembra quasi un pretesto per interpretare le vite come una sequenza, un ritmo qualificato dal luogo in cui accadono.
Ed è un rimando tra i luoghi e i protagonisti che determina la battitura di un ritmo che sembra preludere incessantemente ad un dopo, un seguito che si fa desiderio non garantito dagli eventi. Tutto sembra precario e, al contempo, profondo, proprio come sembrano essere diventati i luoghi e le vite in questo tempo di passaggio.
Melod è una donna contemporanea, quella che sembra voler espandersi sul “tutto disponibile” ma, contemporaneamente, rischia di disperdere la capacità di aderire alla profondità dell’incontro. Pete un uomo che sembra dissipato, come incapace di comprendere il nuovo senso contemporaneo dell’incontro, il senso della vita che sembra depositato nel suo profondo e irrealizzabile nel concreto.
Il ritmo del romanzo si sussegue regalandoci il senso di vite contemporanee che potremmo rintracciare ai tavoli di bar, caffetterie, bistrot, gelaterie di tutto il mondo. Basta inforcare gli occhiali che Pecchenino ci propone, quelli poggiati su orecchie ben addestrate al ritmo di oggi e occhi che indagano i nuovi sensi del vivere.
Tutto questo è l’andare a zonzo nelle vite che il romanzo di Pecchenino ci descrive come una forma della realtà contemporanea.

Mauro Pecchenino, Gi a Rocch Jazz, Lupi Editore, 2022.


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Commenti

Una risposta a “Gi a Rock Jazz. Un amore contemporaneo”

  1. Avatar Giuliano Bertozzini
    Giuliano Bertozzini

    Stimolante, molto efficace presentazione, e interpretazione, attraverso la lettura coinvolgente di un romanzo, di una visione del reale del nostro tempo di travaglio epocale, di soglia poco illuminata tra un prima e un dopo ovviamente inestricabilmente intrecciati.

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