New Video! – 2016 06 13 Milano SLC CGIL

Intervento di Sergio Bellucci al Convegno Democrazia e Lavoro SLC-CGIL.
Camera del Lavoro
Milano 13-14 Giugno 2016


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2 risposte a “New Video! – 2016 06 13 Milano SLC CGIL”

  1. Avatar Francesco Morante
    Francesco Morante

    Caro Sergio, ho ascoltato con molto interesse il tuo intervento al convegno SLC-CGIL. Come sempre molto stimolante, pieno di spunti di riflessione. Ho anche letto Postcapitalismo di Paul Mason. Lo dico perché è interessante come i temi, come quelli della IV rivoluzione industriale, siano affrontati in un modo simile ma che poi divergano nelle conclusioni: le sue che oramai l’era digitale ci sta portando fuori dal capitalismo mentre la tua che la vede in modo problematico. Sono d’accordo che questi temi debbano trovarsi nell’agenda di qualsiasi organizzazione politica e sindacale. Sono convinto che sia necessario conoscere i movimenti che possono essere anche tellurici.
    C’è però un aspetto, che credo fondamentale, che mi sfugge. Faccio un esempio per capirci. Facebook non produce valore, facebook si appropria di valore realizzato da coloro che producono merci. Catturando e analizzando tutto ciò che noi carichiamo su facebook, l’attività consiste nel finalizzare il marketing in un modo molto sofisticato, individuando gusti e preferenze di ciascuno di noi e personalizzando l’offerta di merci. Cioè, vendendo queste informazioni, rappresenta un costo per le aziende che producono merci e il meccanismo, se funziona, si chiude nella produzione e vendita di più merci.
    I robot non producono valore. Sembra un paradosso ma è così. La vendita di merci prodotte con robot è un meccanismo di appropriazione del valore prodotto da altre, che utilizzano lavoro umano. Continuo ad essere convinto che la teoria del valore di Marx sia perfettamente attuale e che ci permette di analizzare questi fenomeni scientificamente.
    Per me, tutto quello a cui assistiamo non è il postcapitalismo di Mason e non è la creazione di valore attraverso altri canali che non siano il lavoro umano. Il fenomeno rappresenta una spinta formidabile a compensare la mancata produzione di valore da una parte (automazione) con lo sfruttamento selvaggio dall’altra, per compensare la perdita di plusvalore.
    Non voglio dilungarmi troppo perché ritengo che tu abbia compreso perfettamente il mio punto di vista. Spero anche che questa discussione sia di tuo interesse.
    Ciao
    Francesco

    1. Avatar admin

      Caro Francesco
      ti ringrazio del tuo intervento. Proverò a risponderti sinteticamente anche se alle tue affermazioni servirebbero molte più parole per una risposta puntuale. Credo però che in un luogo come un blog serva essere sintetici.
      In primo luogo ti pongo il tema del lavoro nell’era del digitale.
      Quello che stentiamo a comprendere a sinistra è la qualità del digitale e il fatto che questa tecnologia metta al lavoro l’intelligenza (come in maniera profetica aveva indicato il Marx dei Grundisse). Queste macchine estendono le potenzialità della mente come il tornio estendeva quella del braccio. L’apporto di conoscenza, nella produzione del valore, non era disconosciuta neanche da Marx e questo pone un problema che progressivamente da quantitativo è divenuto qualitativo.
      In altre parole, il ciclo produttivo immateriale (una delle novità del capitalismo cognitivo) apre ad una nuova forma sia di produzione del valore sia della sua estrazione (sia della sua distribuzione…).
      Il tema, quindi, non si pone in termini puramente “classici”, ma non rompe neanche con l’ipotesi che ci sia la necessaria presenza di lavoro umano dietro la produzione del valore nell’era digitale. A patto che si riconosca come “Lavoro” quello che io chiamo “Lavoro Implicito” e che l’economia classica non registra neanche come attività….
      C’è poi il tema di quello che io chiamo il “Lavoro Operoso”, il lavoro che pone il tema della de-mercificazione della attività umana che soddisfa dei bisogni attraverso la creazione diretta di “Valore d’Uso” e che risulta al di fuori, esterno, dal processo di appropriazione capitalistico del tempo e della produzione. Una “Rottura Storica” dopo secoli di sussunzione del lavoro da parte del capitale all’interno del ciclo di valorizzazione capitalistico.
      Ovviamente c’è bisogno di un dibattito… ed è importante iniziarlo senza rinchiudersi dentro certezze che, volenti o nolenti, non riescono più né ad interpretare il mondo, nè, soprattutto, a cambiarlo.
      Un abbraccio e a presto.

      P.S. – Ho finito il tuo libro… ho imparato delle cose interessanti… grazie!

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