Pochi secondi per prendere coscienza!
Se il tema del riscaldamento globale ancora non vi dice nulla, provate a vedere questa immagine in movimento pubblicata nei giorni scorsi da Ed Hawkins, climatologo dell’Università di Reading. Illustra, in pochi secondi, una rappresentazione darmmatica di quello che sta accadendo.
Anche per chi ancora sostenesse che il processo di industrializzazione non abbia inciso, il tema non cambierebbe di una virgola: dobbiamo fare qualcosa a prescindere!
Nei giorni scorsi è circolata la voce che, nell’Oceano Pacifico, cinque atolli delle Isole Salomone sono stati ricoperti dall’innalzamento delle acque. I fenomeni del riscaldamento globale, oltre ad alterare il corso delle stagioni, di cui spesso i nostri TG si preoccupano solo per il marginale effetto sull’economia turistica del nostro paese, stanno iniziando a produrre effetti irreversibili nel lungo periodo.
Questi sono dati che confermano che le discussioni sulla crisi economica non può essere affrontata con la stessa logica otto-novecentesca, quella che ipotizzava un mondo infinito e stabilmente in equilibrio. Il pianeta è una struttura complessa, ogni attività ha una serie di implicazioni di cui dobbiamo avere cura. Ogni nostro gesto deve divenire consapevole delle sue implicazioni, sociali, economiche, ambientali. Chi continua a separare queste cose, commette un attentato alla sopravvivenza della vita così come ci era stata consegnata dalla evoluzione del pianeta. Le risorse del mondo sono una quantità finita e i cicli di riproduzione non sono immediati. La natura è la nostra casa e ha le sue regole.
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