La riduzione d’orario a parità di salario
La Transizione Possibile passa per una nuova forma del lavoro.
L’idea che abbiamo dell’organizzazione delle nostre giornate dipende da una battaglia dei lavoratori dell’800 (in parte terminata nel ‘900) che conquistarono il diritto ad un lavoro che lasciasse uno spazio anche per una vita esterna al momento produttivo. Otto ore di lavoro, otto ore di riposo e otto ore di vita, rappresentarono, infatti, un traguardo enorme in termini di riduzione della fatica, di emancipazione possibile in termini di gestione del tempo di vita, di possibilità di una diginità umana e di una ricerca delle proprie aspirazioni e della realizzazione che andassero al di là del mero impegno lavorativo necessario alla sopravvivenza.
Ora il quadro è enormemente modificato.
Da un lato, infatti, le capacità produttive degli impianti sono aumentate a dismisura. I processi di automazione hanno ridotto drasticamente la necessità di persone impiegate all’interno delle fabbriche. Vecchie professioni stanno morendo e la capacità delle macchine di inglobare al proprio interno il fare umano sta prospettando al mondo l’ingresso in una nuova era della robotizzazione. Dall’altro lato le tecnologie digitali e hanno realizzato una produzione immateriale che mette in produzione la nostra intera vita. Senza saperlo, infatti, ogni nostro gesto – nell’era del capitalismo cognitivo – viene trasformato in una informazione che viene venduta. E’ quello che io chiamo “Lavoro Implicito” e che sta modificando tutto lo scenario produttivo e di vita.
Le implicazioni di questi cambiamenti le affronteremo man mano che questo lavoro di racconto andrà avanti.
Per questo il ragionamento sul lavoro non può più essere affrontato con lo schema ottocentesco delle 8 ore. L’automazione e la capacità produttiva degli impianti sta aumentando troppo velocemente e rischia di mettere ai margini dell’occupazione intere generazioni.
Una soluzione, a cui vanno affiancate altre idee, è sicuramente la riduzione di orario di lavoro “formale” e il calcolo del lavoro implicito nella retribuzione globale della persona.
I questo quadro qualcosa si muove. Il comune di Göteborg, infatti, ha deciso di ridurre la giornata lavorativa per gli impiegati a 6 ore.
La Svezia prova a sperimentare una riduzione dell’orario di lavoro pur mantenendo invariato il salario. I risultati sembrano andare nella giusta direzione.
Il vice sindaco di Göteborg, Mats Pilhem, che ha voluto e lavorato per introdurre questa sperimentazione, annuncia riscontri positivi sia sulla salute degli impiegati, sia per l’aumento dell’efficienza. Anche le giornate di malattia si sono ridotte.
Alla Transizione necessita una nuova forma di lavoro.
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