La obsolescenza programmata
In Francia la programmazione della rottura dei prodotti industriali diviene un reato.
La notizia la potete leggere su molti siti.
La storia della obsolescenza programmata risale al 1924 con la firma di un accordo tra aziende del settore elettrico (quelle che producevano lampadine) per costruire prodotti che non superassero una durata di funzionamento concordata. L’accordo prese il nome da una società registrata a Ginevra nel 1916, la Phoebus S.A. (Compagnie Industrielle pour le Développement de l’Éclairage). Con l’accordo chiamato Cartello di Phoebus, General Electric Company, Tungsram, Compagnie di Lampes, OSRAM e Philips si accordarono sulla durata di vita dei loro prodotti. Il cartello fu sciolto nel 1039, ma la pratica di definire una vita massima dei prodotti, utile a mantenere alta la richiesta sul mercato di tali merci, continua ad essere praticata naturalmente dalle aziende. Il vantaggio economico per le industrie ha un respiro sempre più corto proprio per il massiccio uso di materie prime necessarie a soddisfare un determinato bisogno sociale, sia per l’accumulo enorme degli apparati dismessi che va ad intasare i territori con un aumento esponenziale della necessità di discariche. Non solo. Lo stesso consumatore è obbligato, all’interno del proprio ciclo lavorativo, a lavorare una buona parte delle sue ore per riacquistare merci e prodotti che aveva già acquistato.
La scelta di rendere reato l’obsolescenza programamta dovrebbe essere una delle prime leggi da estendere a livello globale. Dovrebbe far parte degli accordi che legittimano la possibilità che un oggetto venga venduto, esportato o importato.
Dovremmo iniziare a scrivere un catalogo delle qualità di nuova generazione che i prodotti materiali devono possedere per avere accesso al mercato della nuova fase della Storia umana.
Potremmo iniziare da qui e costruire una grande pagina collaborativa per aggiungere via via elementi e scelte necessari a stilare il piano di “governo della Transizione” necessario alla politica di domani.
Possiamo farlo iniziando a scrivere qui o sulle pagine dei sito di Net Left o di Transizione Possibile.
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