Intervista a Radio Città Fujiko d Bologna
Repubblica ha anticipato oggi il piano di governo per l’infrastrutturazione della banda ultralarga, che verrebbe affidato ad Enel, estromettendo Telecom. L’esperto di telecomunicazioni Sergio Bellucci, ai nostri microfoni, analizza l’operazione: “Che senso ha privatizzare un’azienda e 15 anni dopo far fare i lavori ad una che ha un’altra mission?”.
Il governo Renzi avrebbe elaborato un piano per l’infrastrutturazione della banda ultralarga che verrebbe affidato ad Enel, estromettendo Telecom. Lo anticipa questa mattina Repubblica, in un servizio che spiega molti dettagli dell’operazione.
Enel sarebbe stata scelta per la ramificazione capillare della rete elettrica che gestisce, aveva già in programma un investimento da due miliardi di euro per la sostituzione dei vecchi contatori – per cui la fibra ottica potrebbe essere installata contestualmente – ed è controllata dallo Stato.
L’operazione, secondo Repubblica, restituirebbe al controllo pubblico la rete infrastrutturale e anticiperebbe un piano di ristrutturazione del settore delle telecomunicazioni.
Al centro della scelta, che deve ancora essere ratificata, ci sarebbe l’indisponibilità di Telecom a trattare con altri soggetti pubblici e la leva che l’azienda di telefonia avrebbe fatto approfittando della sua posizione dominante sul mercato al fine di ottenere un’infrastruttura realizzata con soldi pubblici, ma in mano ai privati.
Matteo Renzi sarebbe quindi un paladino del bene pubblico? Forse non è esattamente così. Almeno non è questa la lettura che Sergio Bellucci, giornalista esperto di telecomunicazioni, dà della notizia.
“Enel aveva già previsto l’investimento di 2 miliardi di euro per la sostituzione dei contatori – ricorda Bellucci – che sono una quota consistente dei 6,5 miliardi in cinque anni che il governo stanzia per la fibra ottica”.
Un’occasione che è capitata tra le mani del governo e che, per l’esperto, è stata sfruttata mediaticamente dal premier.
“C’è una novità nella politica industriale del governo Renzi – osserva Bellucci – perché si sta pensando che attraverso un’azienda pubblica si possa realizzare un investimento che diventa strategico per le infrastrutture del Paese”.
Una cosa positiva, se non fosse che ormai 15 anni fa l’Italia ha privatizzato Telecom, l’azienda che naturalmente sarebbe stata deputata a fare questa operazione.
“Ci ritroviamo come al solito – conclude Bellucci – a far fare le cose a soggetti che non hanno quello come missione, come core business, perché non possiamo più farle fare ad aziende che erano dei campioni in quel settore, che abbiamo privatizzato“.
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