Ogni giorno ci arrivano segnali della nuova rivoluzione industriale che ci investirà nei prossimi mesi. Il tempo, infatti, si sta accorciando e molti fattori convergono verso un cambio di passo. In primo luogo la crisi che vive l’Occidente. La forte riduzione della capacità di spesa sta cambiando la percezione delle necessità. Aumenta, infatti, il numero delle persone che, per necessità e piano piano per scelta, stanno modificando l’ordine delle priorità nei consumi.
Ovviamente tale cambiamento non è uniforme né obbligato, ma indica che esistono spazi per la “rimodulazione del senso” della vita e che questa rimodulazione di percezione va nel senso di un aumento delle consapevolezze, della rottura degli automatismi del consumo, di una riappropriazione del fare, del costruire la propria esistenza “direttamente” con le proprie mani. Segnali di questa natura, se si vuole ben guardare, sono rintracciabili sia nel fascino riscoperto della terra (la voglia di un ritorno alle “cose naturali” e alla autoproduzione di tali necessità), sia nella consapevolezza dell’uso e della produzione energetica (il desiderio di essere “off grid”, totalmente autosufficienti), sia nella gestione dei rifiuti (il recupero delle materie prime e il “rifiuto dell’idea del rifiuto”, la lotta contro gli inceneritori, il tentativo di recuperare il recuperabile), per arrivare alla autoproduzione degli oggetti di cui si ha bisogno per vivere (stampanti 3D, Assemblatori, FabLab, Hacker space, ecc…).
Su quest’ultimo punto le novità sono quotidiane. Ecco un link su un video, rilanciato da Repubblica, che ci informa sul fatto che anche strumenti di precisione, come una pistola in metallo, sono producibili oggi in maniera casalinga.
http://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/ecco-la-prima-pistola-in-3d-tutta-in-metallo/146002/144522?ref=HREC1-20
Inoltre, il punto è che attraverso la condivisione dei progetti, sarà sempre più facile trovare ciò che ci serve in casa, non in un negozio, ma in un archivio digitale in rete ove scaricare il file utile a far lavorare la nostra stampante 3D per produrlo. Un vero passaggio dalla produzione di merci in maniera “artigianale”, un passo significativo verso la produzione diretta di valore d’uso senza un valore di scambio. Se volete, alla fase in cui il General Intellect è in grado di produrre ciò di cui necessitiamo senza la mediazione del rapporto capitalistico tra capitale e lavoro. Ovviamente stiamo parlando di potenzialità, di orizzonti, di approcci, ma questi segnali sono significativi in questo mondo in crisi di prospettive, in cui la necessità di aumento del PIL affama le persone, distrugge l’ambiente e il vivente. La rivoluzione industriale prossima può fornire gli strumenti per ripensare i modelli sociali ed economici. A patto che la sinistra ne comprenda il potenziale di trasformazione e sappia indicarne gli usi sociali nuovi.
Una società consapevole, autogovernata, ricca di relazioni, attenta al rapporto con il pianeta nel quale vive, rispettosa di tutta la sfera del vivente, non si produce “per” una tecnologia. Ma una tecnologia nuova può aprire ad una fase umana diversa. E’ già accaduto nella storia umana innumerevoli volte, troppo spesso attraverso usi militari di nuove potenzialità tecnologiche.
Dimostriamo a noi stessi di aver compreso le lezioni della storia e proviamo a cambiare questo nostro mondo.
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