Che le forme delle relazioni umane siano condizionate dalla qualità delle tecnologie a disposizione in un determinato periodo storico non è certo una novità di questo secolo. Ogni specifica tecnologia, però, ha caratteristiche distinte di pervasività e di influenza. Quella che l’umanità sta sperimentando in questa fase, il digitale, sembra essere in grado di inocularsi nei più reconditi meandri della vita.
Nell’era digitale, infatti, capita anche che le vecchie e arcaiche procedure per scegliere il Papa siano investite dalla voglia di partecipazione. I punti di forza dei nuovi modelli di comportamento irrompono sulla scena sociale e mettono sotto pressione tutte le strutture e le forme delle organizzazioni. Nulla rimane fuori da questo impetuoso vento di trasformazione.
Ecco, allora, che il Conclave, uno degli ultimi luoghi pubblicamente ed esplicitamente pensato come impermeabile ai condizionamenti esterni, vibra sotto l’attacco di una delle nuove modalità di decisione rivendicate a partire dalle esperienze dei social network: la condivisione. In rete è comparso da pochi giorni un sito che vuole esplicitamente fornire indicazioni ai Cardinali riuniti per l’elezione del prossimo Pontefice. L’idea è quella centrale del marketing interattivo: chiedere la partecipazione nella costruzione delle decisioni. Lo fanno, spontaneamente, le grandi aziende, viene richiesto dalla rete per il Vaticano. Il sito www.papa2013.it consente non solo di indicare il tema emergente sul quale il nuovo Papa dovrebbe cimentarsi, ma consente di esprimere la propria preferenza sul nome.
Una iniziativa che non condizionerà, forse, le decisioni, ma che segnala la richiesta di un cambio di sull’idea di permeabilità della struttura delle gerarchie. Una piccola finestra sul possibile futuro, quando il Papa, forse, sarà scelto dopo delle primarie e con una consultazione on-line. Forse attraverso una App da scaricare.
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