In questi giorni si discute, molto sotterraneamente, dello scorporo della rete Telecom Italia. È un fatto importantissimo per il futuro non solo del settore delle TLC, per il destino di migliaia di persone, ma per lo stesso futuro industriale del nostro paese. Dotare l’Italia di una rete NGN, di una banda larga necessaria al settore industriale del nostro paese allo stesso livello della rete energetica, è vitale per ipotizzare non solo un generica “ripresa”, ma una diversa modalità di produrre e una nuova generazione di prodotti e forme di vita sociale. Le famose città intelligenti, d’altronde, riempiono le pagine di tutti gli inserti economici. Chissà se i sindaci delle grani città riusciranno a comprendere il valore del patrimonio rappresentato dai dati prodotti dai loro cittadini nella loro quotidianità? E chissà se mai qualcuno aprirà un dibattito sul tema della proprietà dei dati che un territorio produce e sulla loro gestione. In attesa che la politica di domani batta un colpo e si adegui alle necessità della rivoluzione digitale, e la sinistra comprenda le nuove contraddizioni dentro le quali agire le lotte per nuovi gradi di libertà e processi di liberazione, possiamo sostenere una tesi con chiarezza? La tesi è semplice: Può una azienda privata prendere una decisione così strategica sul futuro del paese in assenza di un governo politico che sappia indirizzarla? E può pretendere di dotarsi di una infrastruttura di rete “egemone” utilizzando soldi della collettività e restando la parte controllante il sistema?
Io credo che tutta la sinistra (centrosinistra, centro-sinistra o mettetela come volete) dovrebbe dire cosa pensa di questa vicenda: la rete è un bene comune? Se si, cosa si pensa di dire, ora, a Telecom Italia e a cassa e depositi e prestiti? Si può far passare come scelta tecnica lo scorporo della rete che va a costruire un nuovo monopolio di fatto? In più con soldi dei cittadini e proprietà privata?
Monti, come Presidente del Consiglio in carica, Bersani come candidato premier, ma anche i responsabili PD, SEL, IDV, Cinque stelle, FdS, Verdi, Movimento arancione, dovrebbero dirci cosa pensano di fare e dire pubblicamente che la discussione sullo scorporo è rimandata al vaglio del prossimo governo.
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