La sinistra nella quotidianità politica snobba i temi della comunicazione e poi, in maniera ricorrente, in campagna elettorale deve fare il mea culpa e si ritrova a dover inseguire le rendite di posizione comunicative costruite dagli altri nei mesi e negli anni di governo. Oggi i canali Rai, in particolare, sono inondati dalla presenza di Monti e Berlusconi. Ma naturale, sono i vincitori dello scontro di mesi or sono sull’Autorità di Garanzia per le Comunicazioni e RAI. I tecnici insediati ai vertici delle strutture di garanzia e al governo della comunicazione pubblica, si accomodano a consentire a chi li ha nominati gli spazi necessari alle loro necessità politiche. Insomma, svelano loro dimensione politica, fanno le loro scelte e tutte hanno un senso politico. Non ci sono neutralità nella vita sociale. I membri del CdA della RAi “espressione dei movimenti” sono silenti. Perché è nella garanzia esplicita degli equilibri che si può garantire il pluralismo e la pari condizione di trattamento. Non nella falsa idea dell’esistenza di una neutralità sociale o tecnica. Ora cosa dice la politica?
AGCOM, RAI, Pluralismo politico e democrazia
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