Caos Primarie
Fuori dal caos: Primarie in due fasi. Strane le manovre politiche di queste ore che sembrano veramente contro le primarie di questa stagione politica. I candidati spuntano come i funghi e il principale partito della ancora indefinita coalizione di centrosinistra, sembra in grado di sfornarne in continuazione. Sarà la stagione delle «50 sfumature…» ma le nuance che sembra in grado di produrre il PD superano la capacità immaginativa dei più fortunati romanzieri.
Oggi, comunque, si è raggiunto un livello inaspettato: Vendola, secondo alcuni esponenti dell’area moderata del PD, non potrebbe candidarsi alle future primarie perché sostiene un referendum (elemento di partecipazione democratica costituzionalmente garantito), quello sull’articolo 18.
Applicando specularmente tale principio potremmo sostenere che non possano partecipare alle primarie donne e uomini che siano a favore della caccia o per la vivisezione o per l’esclusione dai diritti civili delle persone con un loro personale orientamento sessuale e così via.
In realtà, sembra che le primarie si stiano configurando come una resa dei conti all’interno del PD. Allora potremmo avanzare una proposta a tutti: si dividano le primarie in due momenti, il primo interno ai singoli partiti, se ne hanno bisogno, per individuare un proprio candidato e il secondo tra i candidati dei partiti per scegliere il perno dello schieramento che dovrà candidarsi a governare una fase cruciale della storia del nostro paese.
Aumentare la confusione fra la nostra gente con veti, moltiplicazione delle candidature, impossibilità di scegliere in maniera semplice tra diverse opzioni non farà altro che aumentare il divario tra i partiti e gli elettori. Serve una proposta semplice e comprensibile tra le quali scegliere. Una proposta che sappia indicare una strada attraverso la scelta di un nome che deve poter dare le sue… 50 sfumature al programma del prossimo governo.
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